Era il 1177, per il periodo di costruzione il Naviglio Grande fu un opera imponente dal punto di vista ingegneristico, il nome naviglio deriva proprio dalla parola navigabile, con un dislivello di circa 34 metri da Tornavento prende le acque dal fiume Ticino e arriva fino alla darsena di Milano con una lunghezza complessiva di 50km. Fu il primo dei 5 navigli successivamente costruiti con lo scopo di rendere Milano navigabile unendola al fiume Adda, al fiume Ticino e, attraverso quest'ultimo anche al fiume Po. Questo canale artificiale fu ampiamente sfruttato per il trasporto di merci e persone contribuendo allo sviluppo di tutta l’area che attraversava. Unico naviglio senza conche, costruite solo in seguito sul Naviglio di Bereguardo, fu usato per trasportare i marmi dalle cave di Candoglia sul Lago Maggiore fino al centro di Milano per la costruzione del Duomo. Tutti i barconi che trasportavano il materiale necessario per l’edificazione del Duomo di Milano erano contrassegnati con la sigla A.U.F. (Ad Usum Fabricae) che gli era permesso di viaggiare avanti e indietro lungo il corso del Naviglio Grande senza dover pagare i dazi, da questo acronimo pare sia anche nato il modo di dire “a ufo” cioè gratis. La grande importanza dei secoli scorsi oggi è svanita e il naviglio è stato declassato a canale irriguo, anche se, a livello turistico le potenzialità sono enormi, basti pensare che da Porta Ticinese fino a Porta Genova il primo tratto è quasi totalmente dedicato alla movida milanese, come anche il naviglio Pavese, dove sono presenti locali e ristoranti, oppure botteghe di artigiani e artisti che nelle case di ringhiera hanno i loro studi.
Questo tour in bicicletta parte dal paese di Abbiategrasso, là dove il Naviglio Grande fa una curva a 90 gradi per dirigersi verso Milano cedendo parte della sue acque al Naviglio di Bereguardo, e arriva fino a Turbigo dove si possono vedere le spettacolari cascate artificiali della centrale Enel. La maggior parte del percorso è sulla ciclabile del naviglio Grande, pianeggiante e senza difficoltà tecniche è adatto alla classica gita domenicale, fattibile in tutti i periodi dell’anno, in senso contrario è comodo anche partendo dalla provincia di Varese. Adatto in tutte le stagioni, disponibile con guida oppure in autonomia scaricando la traccia GPS e il libretto di viaggio, la tipologia di terreno pianeggiante e asfaltato non presenta difficoltà fisiche o tecniche per chi lo percorre.
Le origini di questo imponente palazzo alle porte di Abbiategrasso sono poco note, le prime tracce documentate si hanno nel 1697. Fu uno dei luoghi di ritrovo per chi combatteva per unire l’Italia e durante la II Guerra Mondiale venne utilizzato come rifugio sicuro per sfuggire alla cattura dei tedeschi. Da qui c'è la diramazione della ciclo pedonale per poter andare verso Bereguardo, Milano o Turbigo.
Costruito sulla sponda, lungo il naviglio, l'elegante imbarcadero di Villa Gromo fu soprannominato la “sirenella” a causa della statua, oggi scomparsa, che un tempo faceva bella mostra di sé ai naviganti che passavano. Tutta la struttura, con il suoi 16 ettari di parco e la villa è oggi utilizzata per eventi e cerimonie.
Proprio per la sua struttura elegante e ricca di decori è sempre stata utilizzata dai nobili dell’epoca come residenza di villeggiatura. Il nome “Villa Gaia” venne attribuito alla fine del quattrocento in quanto luogo di divertimenti di Ludovico il Moro che la sfruttò come residenza di caccia.
Conosciuto anche con il nome di “Castello” per via delle due torri che lo caratterizzano. Il palazzo fu commissionato dal Conte Filippo Archinto ma il progetto originale che prevedeva 4 torri non fu mai ultimato. Nel corso dei secoli il palazzo oltre che come abitazione venne usato come stalla, caseificio e fienile. Dopo il restauro nei primi anni del 2000 è ora la sede di un museo fotografico dei Navigli.
La struttura risale al ‘400 e costituisce la parte residenziale legata alla canonica della adiacente chiesa di San Giorgio precedentemente eretta intorno al 1200. Proprio questa vicinanza tra la chiesa e il palazzo insieme ad alcuni scritti ritrovati fanno pensare che la struttura possa essere stata utilizzata dai religiosi come sede della canonica
Un giardino con terrazze digradanti ed una imponente scalinata che porta all’imbarcadero sul Naviglio, tutto in carattere settecentesco di grande valore architettonico. Per problemi economici la villa venne ceduta e trasformata in filanda lasciando in stato di abbandono la parte esterna che venne parzialmente danneggiata dalla crescita della vegetazione
Distanti poco più di 20km dal punto di partenza, seguendo sempre la pista ciclabile del naviglio arriviamo a destinazione. Nel settembre 1904 le acque del Naviglio Grande furono deviate dal loro percorso originale dove scorrevano ormai da secoli, vennero fatte defluire nel nuovo canale industriale dando vita alla centrale idroelettrica Guglielmo Castelli, la sua cascata d’acqua offre sicuramente uno spettacolo inaspettato per chi passa lungo la ciclabile adiacente.
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