Il Ticino è un fiume libero, il suo corso è in costante evoluzione, è soggetto a continui cambiamenti e modiche in base alle piene e alle precipitazioni, questo equilibrio è un elemento fondamentale perla conservazione del ecosistema del fiume e di tutta la vallata in cui scorre. Questa libertà permette la nascita di nuove “lanche”, parti di fiume in corrispondenza di anse che pian piano vengono separate della corrente e che spesso vengono usate come porti naturali per ormeggiare le barche. L’urbanizzazione delle sponde, con le relative attività economiche legate alla presenza dell’uomo in questi luoghi è avvenuta solo in minima parte soprattutto se paragoniamo il Ticino ad altri fiumi del nord Italia. La trasformazione più evidente del territorio è data da tutti i canali scavati principalmente per scopi irrigui o per la produzione di energia elettrica, come la centrale di Turbigo, i più famosi di tutti sono senza dubbio il Naviglio Grande e il Naviglio di Bereguardo.
Il Parco Lombardo della valle del Ticino si estende da Sesto Calende fino a Pavia al ponte della Becca, passando per paesi che come Vizzola Ticino, Bernate Ticino che devono, non solo il nome, ma il loro sviluppo al fiume stesso
Il suo territorio comprende le piste ciclabili e le alzaie dei navigli, le sue acque irrigano e una vasta area grazie anche all'utilizzo di svariati canali industriali e rogge che come un reticolo permetto la coltivazione dei campi, oppure la produzione di energia, come nel caso della centrale idroelettrica di Turbigo.
Il più famoso canale industriale che utilizza le acque del Ticino è sicuramente il canale Villoresi, che, partendo dalla diga del Pan Perduto arriva fino al fiume Adda
Questo percorso sarà quasi totalmente su strade sterrate, sarà quindi necessaria una mountain-bike (MTB) o una gravel, pedaleremo ad anello dalla sponda destra alla sponda sinistra del Ticino, ideale per gli appassionati della natura che vorranno perdersi letteralmente tra la vegetazione dei boschi lungo il fiume.
Partendo da Besate ci dirigiamo verso Bereguardo dove attraverseremo per la prima volta il fiume per poi proseguire verso Vigevano, da qui torneremo sulla sponda precedente per concludere il giro al punto di partenza
Percorso prevalentemente pianeggiante ma con qualche sali scendi per entrare e uscire dalla valle del Ticino, richiede un impegno fisico nella media dovuto alla lunghezza e al fondo stradale quasi totalmente sterrato, la fatica però vale sicuramente la pena. Questa attività è fattibile tutto l’anno tenendo d’occhio le piene del fiume che potrebbero modificare o cancellare alcuni sentieri, disponibile con guida oppure in autonomia scaricando la traccia GPS e il libretto di viaggio.
A poche distanza dal punto di partenza, una lanca con calme acque riparate dalla corrente del fiume ed un piccolo porto con numerose imbarcazioni ormeggiate rende questo punto ancora più suggestivo. Da qui in poi numerosi sentieri si snodano attraverso il Parco del Ticino.
Costruita intorno all’anno 1100 interamente in mattoni rossi come del resto tutte le altre costruzioni dell’epoca. La particolarità della Chiesa della Beata Vergine del Carmelo sta nella presenza di svariati elementi decorativi in cotto, ben visibili sulla facciata ma anche al suo interno.
Generalmente ponti di questo tipo sono temporanei, ma possono anche venire utilizzati per periodi più lunghi o in modo permanente, inoltre tali tipologie di ponti sono rimovibili per il passaggio di imbarcazioni e facilmente spostabili. La particolarità ingegneristica dei ponti di barche è il fatto che, quando il livello delle acque sale, anche il ponte sale con esso, un vero e proprio gioiello che è stato conservato nel tempo.
La Lanca Ayala è un’insenatura del fiume naturalmente protetta dalle correnti, essendo a pochi passi dalla città di Vigevano viene utilizzata come darsena per l’ormeggio di piccole imbarcazioni per la navigazione sul fiume. Ricavata da una ex cava ormai in disuso da molti anni è circondata da aree agricole sul lato opposto alla sponda del fiume, dai boschi del Parco del Ticino sull’altro lato e funge da punto di ritrovo per gli amanti della natura degli abitati circostanti
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