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Ci sono voluti in totale circa 700 anni per ultimarne la costruzione, dal XII secolo al XIX secolo, è un sistema di canali artificiali che sommati tra di loro sono lunghi circa 160km, fin dal medioevo, periodo di inizio della loro costruzione con il Naviglio Grande, hanno fortemente influenzato una vasta area geografica compresa tra Milano, Pavia, Varese, il Lago Maggiore e il Lago di Como, con i fiumi Ticino e Adda e di cui il capoluogo lombardo ne è il fulcro.
Nel corso dei secoli hanno avuto funzioni diverse, trasporto, navigazione, irrigua, energetica e anche difensiva, a seconda delle esigenze del periodo, senza contare il grande peso ambientale che si è creato e che ha attirato una grande quantità di fauna che trova cibo e riparo lungo le terre fertili che si sono create.
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Anche il Duomo di Milano è strettamente legato ai navigli, quella che doveva essere inizialmente una chiesa in mattoni rossi è diventata grazie a Gian Galeazzo Visconti, che la volle ricoperta di marmo, la più grande chiesa italiana. Proprio quel marmo bianco utilizzato per la costruzione de Duomo è stato trasportato su dei barconi dalle cave di Candoglia, sul lago Maggiore, fino al centro di Milano lungo il canale navigabile del naviglio Grande. In quell' epoca, passando dalla darsena di Porta Ticinese, attraverso la cerchia dei navigli e poi dalla conca di Viarenna si poteva arrivare fino al laghetto di Santo Stefano che era a poche centinaia di metri dalla fabbrica del Duomo.
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Quando si pensa ai navigli di Milano non si può non associare il nome di Leonardo da Vinci, nell'immaginario comune fu proprio Leonardo a progettarne la costruzione, in realtà fu uno dei molti ingegneri che li studiarono, per poterne approntare delle migliorie in base anche alle nuove scoperte delle epoche che seguirono, incuriositi e affascinati dalle conche e dal loro funzionamento.
Leonardo Da Vinci è sempre stato molto interessato alle opere idrauliche, e Milano in quel periodo era animata da molte innovazioni e da molti progetti per rendere la città sempre più navigabile.
Pur non risultando direttamente coinvolto nei lavori Leonardo studia alcune migliorie, nel funzionamento delle conche, tanto che gli venne affidato il progettò per costruzione della conca dell’Incoronata, per unire il naviglio della Martesana alla cerchia interna dei navigli tramite il naviglio di San Marco
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A partire dalla prima metà del 1900, a causa di problemi di natura igienico sanitari e a causa del diffondersi dei mezzi gommati di superficie, incominciarono i lavori per la copertura dei navigli che progressivamente vennero quasi tutti interrati. Oggi, quando si parla del quartiere dei navigli si fa riferimento solo ai pochi chilometri che partono dalla darsena di Milano lungo il naviglio Pavese ed il naviglio Grande, qui, guardandosi intorno, si può ancora respirare un po' di quell'atmosfera romantica che doveva avere la Milano coi navigli aperti.
Questa caratteristica del passato la si può ancora ritrovare nelle molte case di ringhiera presenti nella zona dei navigli, con i loro coli pastello oggi ospitano per lo più locali o botteghe, oppure nel “Vicolo dei Lavandai” un posto un po' fuori dal tempo, soprattutto se pensiamo che è in uno dei luoghi più famosi della movida milanese.
Il sistema navigli secoli fa era molto più complesso di quello attuale, arrivava fino nel centro di Milano creava laghetti e rendeva navigabile l’intera città. Tra i più importanti canali scomparsi possiamo citare il naviglio di San Marco e il naviglio del Vallone, dei Laghetti artificiali invece oggi sopravvive solo la darsena di Milano, il laghetto di San Marco e il laghetto di Santo Stefano sono stati ricoperti.
L’intera cerchia dei navigli è stata totalmente interrata, ed i suoi ponti tutti demoliti, tranne due:
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Oggi i navigli sono stati tutti declassati a canali irrigui, ma il loro valore turistico è inestimabile, il naviglio Pavese, il naviglio Grande, il naviglio della Martesana e il naviglio di Bereguardo, con le loro alzaie, sono un vero e proprio punto di ritrovo per gli amanti delle attività outdoor, che siano tour in bicicletta o semplici passeggiate tra natura e piccoli borghi da scoprire, sono il luogo ideale per le tue gite fuori porta.
Nei navigli si può fare il bagno? NO, non si può per ragioni di sicurezza, la forte corrente e le sponde alte lo rendono molto pericoloso e perciò è vietato. Peccato, se esistesse un lido sicuro dove potersi rinfrescare, in sicurezza, con le acque dei navigli sarebbe un ulteriore vanto per la città di Milano.
I
navigli sono inquinati? NO, avendo la funzione di canali irrigui non sono
inquinati, l’acqua dei navigli arriva dal fiume Ticino e dal lago Maggiore e
durante il tragitto non sono utilizzati per sversamenti o scarichi né
industriali né privati. Certo è che essendo dei corsi d’acqua a cielo aperto,
vento, incuria e maleducazione della gente possono far riversare nei navigli
tutta una serie di rifiuti domestici.
I navigli sono navigabili? SI ma non del tutto, ovviamente essendo il sistema di conche non più funzionante è impossibile per le imbarcazioni superare il dislivello, nei tratti consentiti però, soprattutto sul naviglio Grande che non ha conche, e previa autorizzazione, la navigazione è consentita, dopotutto la parola navigli significa navigabili.
Lo sapevate che il porto di Milano, cioè la darsena di porta Ticinese, era uno dei più attivi di tutto il territorio nazionale? Intorno al 1950 arrivò ad essere al terzo posto per tonnellate di merce ricevuta.
Lo sapete perché le strade che costeggiano i navigli si chiamano alzaie? Le alzaie sono nate come strade di servizio per permettere, prima ai cavalli e poi ai trattori, di trainare le imbarcazioni che dovevano risalire lungo i navigli controcorrente, alzaia era proprio il nome dato alla corda che serviva per attaccare la barca al mezzo trainante.
Sapete perché il detto “a UFO” significa gratis? Questo termine deriva dai tempi della costruzione del Duomo di Milano, solitamente tutte le imbarcazioni che utilizzavano il naviglio Grande per il trasporto merci dovevano pagare il pedaggio, le imbarcazioni che invece trasportavano il materiale per la costruzione della cattedrale di Milano erano invece esentate da questo pagamento e per essere riconosciute presentavano la scritta AUF, acronimo latino di Ad Usum Fabricae, da cui poi ne è derivata l’espressione “a ufo”, cioè gratis.
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