Le origini di Cascina Battivacco risalgono al XII secolo, quando si chiamava monasterium de Bativachia S.Eusebi cum S.Salvatore. La Cascina fu prima di proprietà delle monache di Santa Maria in Valle di Milano e successivamente di proprietà del Maestro Carlo Pozzi, donata nel 1879 all’Ospedale Maggiore di Milano oggi fa parte dell'immenso patrimonio agricolo rurale della Fondazione Ca'Granda. Le strutture adiacenti alla cascina risalgono al 900 e fungevano da abitazioni per i salariati, attualmente ristrutturate e dedicate all’ospitalità turistica. Come azienda agricola la produzione principale è quella risicola e si estende per circa 200 ettari. Vengono coltivate diverse tipologie di riso (tra cui il Carnaroli classico). Per mantenere le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche del prodotto finale, il risone viene trasformato in riso bianco con metodo artigianale e senza l’utilizzo di conservanti o agenti di rivestimento. Oltre al riso vengono prodotti in minor quantità, mais e altri cerali come orzo, frumento, soia e fieno utilizzati come alimento per i nostri bovini da carne di razza Limousine, allevati secondo i principi dell’allevamento estensivo con rimonta interna
La prima parte del percorso si svolge all’interno del Parco delle Risaie, un’area ricca d’acqua, compresa tra il naviglio Pavese e il naviglio Grande, grazie alla presenza di numerosi fontanili che permettono alle attività agricole di mantenere vivo il paesaggio delle risaie che, nel milanese, ha radici profonde. La maggior parte dei terreni del parco è ad uso agricolo, perciò gli agricoltori di fatto, hanno conservato nei secoli il paesaggio circostante pur aprendosi nel tempo a nuovi tipi di attività. La seconda parte del percorso tocca per pochi chilometri il naviglio Pavese per poi entrare tra i parchi e le piste ciclabili della periferia a sud di Milano nel quartiere Sant'Ambrogio per poi ritornare al punto di partenza. Questo tour è totalmente pianeggiante, il fondo stradale è asfaltato e privo di difficoltà tecniche, è prevalentemente su piste ciclopedonali e strade secondarie ed è adatto in tutte le stagioni, disponibile con guida oppure in autonomia scaricando la traccia GPS e il libretto di viaggio.
La storia narra che durante l’aratura del campo i buoi si fermarono dove ora sorge la chiesa rifiutandosi di continuare il lavoro, scavando in quel punto venne ritrovato un crocefisso in legno che ancora oggi è conservato all'interno. In primavera, durante la semina del riso, i campi circostanti vengono allagati circondando la chiesa creando uno scenario molto suggestivo
Era uno dei villaggi agricoli più importanti della zona, oggi è soltanto un rudere abbandonato all’incuria e al tempo. Vista l’importanza del complesso ai tempi si rese necessario collegare le due sponde del Naviglio con una passerella, costruita interamente in ferro, fu la prima di 5 che successivamente si aggiunsero
Nel cuore del quartiere Sant’Ambrogio, in Piazza Enzo Paci, una delle sculture che l’artista polacco Igor Mitoraj ha lasciato in Italia, all’interno di una fontana circolare, la scultura è composta da una testa bendata con all’interno il volto di Medusa che vuole rappresentare le condizioni dell’uomo contemporaneo, tra sofferenza e perdita di identità mentre, il centauro posto sopra di esse è invece il simbolo dell’uomo che sa chiedere e dare aiuto.
Piazza delle Donne Partigiane a Milano è uno spazio pubblico diventato famoso negli anni grazie alle molteplici iniziative ed eventi che vengono organizzati, che siano sportivi, culturali o artistici. La grande copertura a forma di “fungo” o di “astronave”, com’è stata simpaticamente ribattezzata, ha contribuito a renderla ancora più famosa, utilizzata spesso come location per pubblicità, pur essendo in periferia, è uno dei luoghi più fotografati di Milano.
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